Le recensioni che hanno vinto la prima edizione del concorso Lettori Superiori diventano un prezioso suggerimento di lettura per l’estate
Gabriele Fabbri 2C Castelnuovo
Wow!
Che storia, che libro, che emozioni.
Mi sono ritrovato dentro Zansky e dentro la sua storia, perché anche io, come lui, ho vissuto un’infanzia nella quale ero grassoccio, nella quale avevo difficoltà a infilarmi i pantaloni, nella quale dovevo tirare le maglietta per allargarla in modo da non far vedere l’evidente pancia.
Naturalmente non ero più di un quintale, ma rispetto ai bambini della mia età non ero normale, non passavo inosservato.
Di conseguenza, sicuramente a piccole dosi, ho rivisto il me di qualche anno fa che non sopportava di levarsi la maglia o mettersi i jeans e, come per Andrew, aveva un amore per una ragazza bellissima, non ricambiato per via della condizione fisica in cui versavo. Anche io avevo la mia April, si chiamava Viola e non le sono mai piaciuto.
La tristezza di anni difficili e, di certo, non pregni di felicità, ha provocato una leggera fuori uscita di lacrime durante la lettura delle pagine più tristi. Non avevo mai pianto su un libro.
L’emozione più grande è, però, guardarsi indietro e pensare: “io ero così, io ero…” Ero, sì, adesso non più, adesso meglio.
Ecco il bello dei libri, ecco il bello di immaginarsi a proprio piacimento i visi dei personaggi, e io sulla faccia tonda e triste di Zansky, scorrendo le pagine del libro, ho immaginato la mia.
Sara Dacci 1 M Marco Polo
Il protagonista è Andrew Zansky, un ragazzino di 15 anni, frequenta il liceo, partecipa alle simulazioni ONU ed è nel pieno della sua adolescenza, che come tutti sappiamo è un periodo molto complicato. Andrew deve affrontare problemi familiari e inoltre soffre di obesità e, per questa ragione a scuola viene bullizzato. A inizio anno incontra una bellissima ragazza di nome April; i due stringono una forte amicizia, ma lui se ne innamora follemente. Per conquistarla decide di iniziare a giocare a football, fa amicizia con il ragazzo popolare della scuola ,O.Douglas, che gli fa cambiare il modo di vedere la vita.
Io sono rimasta particolarmente sorpresa da questo libro, poiché esprime numerosi problemi legati alla crescita, che solitamente vengono dati per scontati. Per mezzo della storia di Andrew ho capito che le persone sono sempre pronte a giudicare ogni tuo minimo particolare, soprattutto se questo non rispetta i “canoni di bellezza del momento”; purtroppo, viviamo in una società in cui la bellezza è un qualcosa di statico, legato ad un ideale, ma come sappiamo durante l’adolescenza il corpo cambia, così come il carattere e il modo di pensare, quindi non è facile accettarsi. Si tende a CAMBIARE, per piacere agli altri, per essere apprezzato e per non sentirsi inferiore; è sbagliato, poiché ognuno di noi ha caratteristiche diverse, che ci rendono SPECIALI e unici.
Una tra le cose che ho più apprezzato di questo libro è il fatto che il protagonista si è messo in gioco, si è dato da fare, ha trovato il coraggio di provare a giocare a football nonostante tutte le critiche; so che l’ha fatto soltanto per amore, ma capisco anche che una parte di lui si era stancata di essere bullizzato e di essere ricordato sempre come il “ragazzino grasso”.
Andrew ha un carattere veramente forte pur dovendo affrontare situazioni difficili, è costantemente giudicato, dalla propria famiglia, dai compagni e dalla società; insomma per un adolescente non è facile sentirsi dire ogni giorno di NON ESSERE ABBASTANZA. Lo capisco infondo, è faticoso piacersi e sentirsi a proprio agio con noi stessi, ma leggendo questo libro ho realizzato che è arrivato il momento di mostrarci veramente per quello che siamo, mostrare il nostro carattere, tutte le nostre doti, insomma è arrivato il momento di essere noi stessi al 100%. Godiamoci ogni istante della nostra adolescenza, sorridiamo, perché saranno proprio quei sorrisi, spontanei e inaspettati, che ci ricorderemo per sempre.
Mattia Cacciari 2 F Castelnuovo
Questo libro è stato un pugno nello stomaco e mi ha fatto anche arrabbiare parecchio. Che avevano nella testa le generazioni venute prima della mia?! Com’è possibile che siamo arrivati a questo punto!? Perché guardandomi intorno molta gente non è per niente preoccupata dei cambiamenti climatici, del riscaldamento globale e dello scioglimento dei ghiacciai?!
Credo che TUTTI dovrebbero leggere questo libro che mi ha aperto gli occhi sulla situazione in cui siamo ora, su dove finiremo se continuiamo a fregarcene dell’inquinamento e come fare nel mio piccolo la mia parte, per cercare di cambiare le cose. Questa lettura mi ha fatto riflettere e preoccupare molto: è il mio futuro ad essere messo a rischio da chi non si preoccupa del riscaldamento globale, sono i miei progetti e quelli di tutta la mia generazione che potrebbero sfumare per l’ignoranza e la cecità delle generazioni passate. Il libro è scritto molto bene e arriva dritto al punto, spiegando in maniera completa l’attuale situazione ambientale; non è il solito saggio noioso, affronta l’argomento dei cambiamenti del clima in modo pratico e comprensibile per tutti, anche per chi non ne ha mai sentito nemmeno parlare; affronta gli argomenti con citazioni di canzoni, storie, altri metodi ed esempi per trasmettere il messaggio anche ai lettori che conoscono meno l’argomento e per informarli sulla gravità della situazione.
È stata un’ottima idea degli scrittori mettere, a fine libro, una specie di legenda dove sono spiegati tutti i termini più complessi presenti nel libro. Mi ha colpito molto la riflessione su quanto la razza umana sia abitudinaria e così attaccata alle sue abitudini che non le cambia, nemmeno se queste sono fortemente dannose per sé e per tutti gli altri. In conclusione, posso garantire che questo è un libro ottimo, che tratta un argomento urgente in maniera lucida e precisa e che mi ha spinto a migliorarmi (da quando ho finito il libro cerco di inquinare meno, seguendo i semplici consigli del libro e credo che andrò alla prossima manifestazione per il clima). Vorrei venissero stampate centinaia di copie di questo volume e date ai politici e agli uomini di potere, per fargli capire che non si può più rimandare, come dice il libro:” È ora il momento di agire!”
Alessia D’Ambrisi 2F Castelnuovo
Questa storia è stata davvero una grande amica di viaggio, mi ha fatto compagnia e mi ha tenuta incollata ad essa. Infatti non ho letto il libro, ma ho scelto l’audiolibro e per questo motivo l’ho potuto ascoltare dovunque. Una vera rivelazione! Ho amato tutti i personaggi e sono rimasta affascinata dal loro mondo, così diverso dal nostro, così fantastico ma allo stesso tempo fragile e malvagio. E’ una storia fantasy, quindi lontana dalla realtà, ma nonostante questo ci sono tanti temi che ci riguardano: la fantastica amicizia tra Alina (la protagonista) e l’amico d’infanzia Mal, il sacrificio che si fa per aiutare la propria patria, le differenze sociali che creano spaccature evidenti (in questo mondo i Grisha sono i prediletti, sono i migliori perché hanno dei poteri, gli altri abitanti sono solo persone comuni e poco importanti) e infine la brama e il desiderio di potere, che in fondo in fondo caratterizza molti noi e che in Tenebre e Ossa si può ritrovare nel venerato e potente Oscuro. Ammiro la protagonista Alina, che da essere un’ inesistente orfana, diventa la speranza di tutta la popolazione e l’arma dell’Oscuro. Il suo potere è estremamente forte e secondo me questo le mette paura, ma nonostante ciò affronta tutte le prove a testa alta. E’ proprio come la tipica eroina dei racconti, ma questo tipo di personaggio non potrà mai stancare perché ci permette di vivere un giorno da eroi, facendoci immedesimare in loro e nelle loro gloriose avventure. Inoltre è recentemente uscita la serie su Netflix, che ho visto subito dopo aver finito il libro e che consiglio di guardare perché è stata girata molto bene. Ovviamente mi sono innamorata degli attori (tra cui Ben Barnes, che nonostante sia l’Oscuro, è impossibile odiarlo!) Ecco il trailer per i curiosi
Maya Sali 2F Castelnuovo
Devo dire che il libro “Devo essere brava”, non è stato affatto come me l’aspettavo. Non so cosa mi immaginassi prima di leggerlo, ma vedendo la copertina e scorrendo velocemente le prima righe della trama ricordo di aver pensato istantaneamente a un tipo di romanzo completamente diverso, che non c’entra nulla con ciò che il libro è veramente. A essere sinceri, iniziare a leggerlo e scoprire che mi ero totalmente sbagliata è stata una piacevole sorpresa, perché mi ha permesso di cimentarmi in un genere di lettura che affronto molto raramente e che di solito trovo abbastanza noioso. “Devo essere brava”, però, mi ha catturato in un modo davvero speciale, e le parole dell’autore mi sono entrate dritte nel cuore. Ho trovato strabiliante come Alessandro Ferrari è stato in grado di descrivere gli stati d’animo di Sara, in un modo così perfetto e coinvolgente che spesso mi sono ritrovata a trattenere il fiato, riuscendo a percepire la sua rabbia anche sulla mia pelle. Lo stile in cui è scritto è davvero particolare e diverso dal solito, in un modo che alcune volte ho trovato un po’ difficile da seguire e forse un pochino pesante, motivo per il quale non ho passato ore e ore a leggerlo ma l’ho diviso in piccole parti attraverso i giorni. Tranne questa piccola cosa, però, la lettura è stata davvero interessante e formativa, mi ha aperto gli occhi sull’inferno che alcuni adolescenti come me passano e anche sulla forza che trovano per rialzarsi. E’ stato gratificante anche notare come uno scrittore maschio abbia deciso di raccontare la storia di una ragazza, cosa che non succede spesso perché, come dice Michela Murgia, non si tratta banalmente di “immaginarsi donna”, ma di credere fino in fondo che le storie delle donne abbiano la stessa dignità di racconto di tutte le altre. Il fatto che Alessandro Ferrari l’abbia fatto mi riempie il cuore di speranza, speranza per un futuro migliore, che permetta alle donne di essere considerate veramente al pari degli uomini.
Duccio Corri 2C Castelnuovo
Un detto popolare dice che ognuno soffre del proprio mestiere e ne viene in qualche modo schiacciato, così il figlio del calzolaio va in giro con le scarpe rotte, mentre quello del medico ha la tosse perenne, in questo caso invece il protagonista che di mestiere aiuta il prossimo a risolvere i problemi non è in grado di affrontare i propri, guardando in faccia il passato e rivelando al figlio la verità sulla morte della madre. Sauveur conosce bene le problematiche dell’integrazione essendo stato adottato da una coppia di bianchi ed essendo cresciuto sentendosi uguale a loro pur essendo differente, ma -nonostante questo- non dà peso inizialmente alle parole della colf che da sempre li considera invasori e diversi e che verrà licenziata quando l’uomo inizierà ad aprire gli occhi e ad acquisire consapevolezza del disagio inespresso del bambino.
Lupa bianca lupo nero non è soltanto un libro sul razzismo, come potrebbe sembrare dal titolo, ma è molto di più visto che tratta di moltissimi temi attuali e importanti come l’autolesionismo, la pedofilia e l’omosessualità. Il tutto visto attraverso gli occhi di Lazare, ragazzino mulatto di 8 anni, figlio dello psicologo antillano Sauveur, che segue di nascosto tutte le sedute del padre, facendosi un’idea abbastanza bizzarra dei misteri dell’umanità. Le vicende dei tanti pazienti e delle loro famiglie si intrecciano con quella dei due protagonisti che si risolverà solo sul finale con un viaggio liberatorio nella loro terra di origine.
L’autrice è molto brava ad intrecciare la parte drammatica con quella più comica che fa variare la lettura velocemente facendola passare da tratti ironici e divertenti ad altri molto profondi e riflessivi. Il piccolo Lazare, che ha il nome di colui che resuscitò e non della fermata della metro, è la figura che ho preferito : come ogni bambino guarda la vita con ingenuità, semplicità, schiettezza e sincerità riuscendo intuitivamente ad arrivare al cuore delle vicende e a darsi risposte corrette che spesso gli adulti non sono in grado o vogliono dare ed è cosi infatti che il suo essere mulatto viene spiegato ….con il matrimonio tra il lupo nero e la lupa bianca che non può che generare un lupacchiotto grigio…
Lapo Tozzoli, 1 F Cat Russell Newton
007 missione spiare papà:Lupa bianca lupo nero.
Bè che dire questo libro è un mix di emozioni,che a me è piaciuto, forse perché sono un adolescente e questo libro parla molto dei nostri problemi, problemi che può avere tranquillamente chiunque: c’è chi si taglia, c’è chi non viene accetto o chi fa la pipì a letto, ma questo libro fa capire che non è questo il problema. Ma quello che c’è dietro.
Lupa bianca lupo nero è ambientato nella Francia dei giorni d’oggi, i protagonisti sono babbo e figlio, Sauveur uno psicologo francese e Lazare un bambino un po’ troppo curioso, infatti viene a sapere cose che un bambino di otto anni non potrebbe neanche immaginare, ma di tutte quella che ho preferito,e che è il concetto a cui gira intorno il libro, è che il padre di Lazare è un lupo nero che si innamora di una lupa bianca e esce fuori un lupetto grigio. Questa è la metafora di un bambino sulla sua storia, un papà nero e una mamma bianca fanno un figlio mulatto.
“Questo libro lo consiglio molto, prima di tutto perché ha una bella trama è intrigante, ma soprattutto ti aiuta, ti aiuta perché fa capire che è normale avere dei problemi. sono ciò che ci differenzia, ma che per risolverli possiamo tranquillamente confrontarsi, anche con uno psicologo, perché no. Un libro bello e terapeutico”.
Arianna Brunetti 2C Castelnuovo
Tra tutti i dodici libri della lista di “Lettori Superiori”, Dimmi come va a finire è stato quello che fin dall’inizio ho avuto più voglia di leggere.
Forse perché non sono una grande fan dei romanzi o dei fantasy, la storia di Valeria Luiselli e di tutti i bambini latinoamericani dei quali narra mi è subito saltata agli occhi. Devo ammettere che il mio istinto non si sbagliava, è stata veramente una bella lettura, educativa e informativa senza essere assolutamente noiosa. Mi è piaciuta molto l’idea di scrivere il libro in quaranta domande, le quaranta domande che vengono poste ai minori non accompagnati che varcano le porte del tribunale di immigrazione di New York, fatte per mettere su carta la loro situazione, nell’attesa e la speranza che un avvocato deciderà di farne un caso giudiziario. La descrizione di tutte le storie di questi bambini che attraversano il confine Messico-Stati Uniti in condizioni disumane, trattati in maniera ancora più disumana nel territorio statunitense, sensibilizza chiunque legga il libro su questa situazione che va avanti da anni, senza addolcirla, così come è.
Io personalmente non conoscevo i dettagli di quello che accade in quel confine così lontano da noi, ma ho riconosciuto nell’indifferenza e la cattiveria di molti americani quella che molti italiani ed europei hanno nei confronti degli immigrati africani, che attraversano il mediterraneo in condizioni molto simili a quelle oltreoceano. Mi ritrovo molto nelle parole con cui Giorgio Gizzi ha commentato questo libro: “Fai attenzione caro lettore, perché questo libro è un ‘pugno’ che non puoi schivare. Non potrai più dire ‘non lo sapevo’”. Infatti dopo questa lettura il mio interesse verso questo argomento è aumentato moltissimo, adesso non posso ignorarlo, non posso più dire “non lo sapevo”.
Francesca Tirinnanzi, 1 M Marco Polo
Leggere questo libro è stato come vivere il teatro di Shakespeare.La penna di Zannoner si è trasformata in un pennello che, imbevuto di colori, ha saputo dipingere con mano decisa la cupa Londra,la fresca campagna inglese e gli abiti dei personaggi, ma leggera e delicata per sfumare tormenti e passioni: ci ha regalato un dipinto della metà del ‘500 inglese. Ho trovato interessante la contemporaneità dello scritto: quando l’autrice descrive lo scenario di Londra colpita dalla peste, mi è sembrato di sentire parlare della pandemia che ci ha colpito nel 2020;la mente è subito tornata alla scuola totalmente in DAD, il divieto di uscire se non per necessità, alle immagini di carri militari che trasportavano le vittime di questo virus. Ma, soprattutto,ho sentito mio quel senso di oppressione che viene descritto. Mi è piaciuto molto l’inno alla gioventù che Shakespeare pronuncia:“Fidati dei giovani, fidati della loro esperienza”,ed ancora:“…che alla fine i giovani, con la loro spontaneità, andassero dritto al punto, senza bisogno di tanti ragionamenti”.Troppo spesso noi ragazzi veniamo criticati, giudicati superficialmente, ma forse la superficialità, non sta in chi non si sofferma a conoscerci? E poi, come non menzionare il modo delicato con cui l’autrice ci conduce verso la genesi delle opere di Shakespeare? Genesi che vedono il loro inizio nel momento in cui il poeta è tormentato poiché è dal tormento interiore dei grandi autori, che vedono la luce le più grandi opere letterarie. Concludo con la cosa più interessante di questo romanzo: la vera protagonista, Elisabetta. Ed è eccezionale come non compare in tutto il romanzo, solo citata, temuta, beffeggiata, ma mai realmente presente. E’ lei, la regista, il grande occhio, quella che tiene i fili delle marionette quella che regna su tutto. Ed eccola infine, negli ultimi capitoli, una donna che conosciamo bene storicamente, forse definibile come la regina delle regine. Ed era facile non comprenderla ed odiarla, ma Shakespeare trova la chiave per leggere il suo animo e regalarle parole giuste che toccano il suo cuore ossidato da una vita povera di affetti. Il mio giudizio su questo libro non può che essere positivo. Termino scusandomi con l’autrice se ho travisato i suoi pensieri, e voglio farlo lasciando infine le parole di Puck: “Signori, non ci sgridate, se scusate, dimenticate”
Reyber Rodriguez 1 F Cat Russell Newton
RAPconti illustrati è uno dei primi libri di Alessio Mariani, in arte Murubutu, un cantautore e rapper italiano. Questo libro racchiude i testi delle canzoni più importanti del personaggio citato in precedenza, affiancati, ai testi delle canzoni, sono presenti dei disegni relativi ad essi, illustrati da Ernesto Anderle.
I racconti illustrati nel libro sono 16, alcune di esse vengono illustrate attraverso dei testi accompagnati da alcuni disegni, altre attraverso delle vignette. Questo libro mi ha colpito parecchio e ha superato quelle che erano le mie aspettative iniziali su di esso, i testi delle canzoni sono coinvolgenti e allo stesso tempo interessanti come “I marinai tornano tardi” che affronta come tematica principale la vita dei marinai, ma ciò che rende coinvolgenti queste canzoni è il modo efficace in cui sono state usate le parole che permette al lettore di immedesimarsi all’ interno della storia, creandosi un suo personale film mentale, data anche la grande quantità di dettagli presenti in ogni racconto. Questo libro però non presenta solo i testi relativi alle canzoni del rapper, ma tali testi vengono accompagnati anche da alcune illustrazioni, il che rende la storia molto accattivante anche dal punto di vista visivo; altri testi delle canzoni invece, non sono illustrati attraverso un semplice testo, ma vengono mostrate al lettore sotto forma di fumetto, un esempio di canzone può essere “Anna e Marzio” una canzone che vede come tematica principale il carcere, basato su una storia vera, in cui ci sono due principali personaggi, Anna, una ragazza che soffre la solitudine successiva alla morte del suo compagno, con la paura di morire da sola e Marzio un prigioniero che sconta la sua pena dietro le sbarre immaginando il mondo al di fuori della prigione.
Questo libro, riesce a tenerti sulla lettura anche per molto tempo e le canzoni presenti all’ interno di esso, sono affascinanti sia dal punto di vista narrativo che storico, per il semplice fatto che, una delle principali caratteristiche delle canzoni di Murubutu, che lo contraddistingue dagli altri cantautori italiani, sono i tanti riferimenti storici e letterari presenti all’ interno dei testi delle sue canzoni.
Marco Cilli, 3 A eno Saffi
Murubutu è un rapper, ma non è il tradizionale rapper arrabbiato, il rapper che usa lo slang giovanile e che tratta di tematiche sociali, lui vive in un mondo a parte.
Nella vita lavora come professore di storia e filosofia nei licei, e questo lo si può notare nei testi, infatti raccontano la storia; ci sono brani ambientanti durante la prima guerra mondiale, parla delle mondine.. apre delle finestre su mondi lasciando all’ascoltatore che si appassiona a queste storie emozionanti la curiosità di approfondire i vari temi che sono velati ad un pubblico giovane magari. sono storie delicate, poetiche, c’è in molti casi un finale dolce amaro, Non sono canzoni banali, i testi sono illustrati da Ernesto Anderle.
io personalmente conoscevo Murubutu, conoscevo giusto qualche canzone però, questo libro mi ha dato la possibilità di scoprirne di nuove e soprattutto riuscire a comprenderle, infatti il consiglio che mi sento di dare a tutti voi lettori vogliosi di intraprendere la lettura di questo splendido libro è: far partire la canzone dal cellulare o dal computer e nel contempo leggere il testo del libro che spesso e volentieri riporta le stesse parole delle canzoni del rapper. il libro, quindi Murubutu, è in grado di tirarti fuori delle emozioni fortissime durante l’ascolto. Soprattutto, almeno per me nella canzone: “Mara e il maestrale”, lascio a voi capire il perchè.
Federica Mazzone 2 I Saffi
Lev e Kolja, due ragazzi, che uno per un motivo e uno per un altro si ritrovano a compiere un azione per salvarsi la vita, trovare delle uova. Particolare non irrilevante però, la storia è narrata nel 1941, a Leningrado durante l’assedio delle truppe tedesche, e recuperare delle uova sembra impossibile per i due giovani. Mi ha conquistata la descrizione degli ambienti e dei personaggi e soprattutto l’avventura raccontata in maniera secca e dura ma con un pizzico di ironicità, da rendere il tutto molto scorrevole. Sono riuscita ad entrare nel vivo del libro, ad immedesimarmi nei due protagonisti durante molte scene al punto di chiedermi cosa avrei fatto io al posto loro. L’ho trovato un racconto molto avvincente ed affascinante, che consiglierei di leggere almeno una volta nella vita.