Andrea Cheloni
La rivalità è uno stimolo costante a migliorarsi, il motore dello sport. Quante vittorie, quanti record individuali sono, almeno in parte, merito anche di chi viene sconfitto, del secondo classificato? Le storie di atleti indimenticabili che, per uno scherzo del destino, si sono ritrovati a contendersi le luci dei riflettori. Anche lo sport, come la storia, celebra spesso i vincitori, dimenticando non solo gli sconfitti, ma anche quanto la competizione sia necessaria per raggiungere livelli di eccellenza impensabili in solitudine. La rivalità è un tipo di rapporto che può prendere sfumature diverse, ognuna interessante: può essere tossica, quando finisce per avvelenare uno dei due sfidanti, oppure virtuosa, quando porta entrambi i protagonisti a superare i propri limiti. Attraverso stili letterari diversi vivremo, tra gli altri, lo scontro monumentale tra Muhammad Ali e Joe Frazier, che hanno passato 41 riprese insieme sul ring, in una delle trilogie piú famose e cruente nella storia della boxe; le sfide durante gli anni Settanta tra Nadia Comăneci e Nellie Kim, che in uno scenario piú ampio hanno rappresentato il contrasto tra la potenza della ginnastica sovietica e le ambizioni del regime di Nicolae Ceauşescu in Romania. Che siano vissute in modo tragico o come stimolo a migliorarsi, le storie raccontate in questo volume sono diventate l’archetipo di altre rivalità, presenti e future, e ancora a distanza di anni non hanno smesso di emozionare. Uno dei sentimenti che più emerge è quello dell’ossessione. Non solo per la vittoria, ma per la competizione in quanto tale. Spesso i rivali hanno nel loro antagonisti la ragion d’essere del restare nelle competizioni e quindi nella vita. Lo si vede bene nella rivalità tra Michael Phelps e Chad La Clos, in un testo mirabile per la sua capacità di allargare la visuale a sfide che coinvolgono più di due protagonisti, oltre a sondare l’eterno mito dell’outsider. O nella storia di John McEnroe/Björn Borg. Le storie di Nadia Comanci/Nellie King e di Usain Bolt/Justin Gatlin affrontano invece aspetti più ancestrali come il confronto tra vecchi e giovani e tra il buono e il cattivo: ossessioni, anche queste. Che ci appartengono, ed è il motivo per cui lo sport è così importante per molti di noi. Due rivali sono necessari l’uno all’altro, la storia dell’uno appartiene, almeno in parte, anche all’altro. In fondo, come tutte le faccende umane, lo sport è fatto soprattutto di relazioni.
Spartaco Parenti
Gli autori sono i componenti della rivista sportiva “L’ultimo uomo” che hanno raccontato diversi casi di rivalità in vari sport, hanno mostrato la rivalità sana che permette ai due avversari di migliorarsi, per mostrare la migliore versione di loro stessi con lo scopo di battere il proprio avversario.
A me questo libro è piaciuto molto perché sono un appassionato di sport e, avendo letto un po’ la trama sapevo che mi sarebbe piaciuto molto. A differenza di molti altri libri di sport questo libro si concentra sulle rivalità tra due persone, la storia che sta dietro a questa rivalità e fa capire al lettore che la rivalità se sfruttata al meglio può essere un modo per migliorarsi. Un’altra cosa che mi è piaciuta molto è che il libro non è molto lungo e ogni episodio dura in media una ventina di pagine, cosa che lo rende molto scorrevole e piacevole da leggere. La rivalità che mi è piaciuta di più è stata quella tra Borg e McEnroe perché quando entrambi giocavano si impegnavano entrambi per essere il numero uno del mondo ma dopo il ritiro di Borg McEnroe non riusciva più a impegnarsi ed a dare il suo massimo. Questo perché l’ossessione di battere Borg, gli aveva fatto dimenticare di tutti gli altri avversari. Mi è piaciuto anche il fatto che alcune storie sono scritte da persone diverse e io, che non sono un grande lettore, sono riuscito a trovare differenze e ci sono alcune storie che mi sono piaciute di più anche per come sono state scritte. L’unica cosa che non mi è piaciuta molto è stata la troppa specificità di alcuni termini in sport che non conosco, come la ginnastica artistica. Questo libro mi è piaciuto molto e lo consiglio a tutti coloro che sono appassionati di sport e sono curiosi di vedere da diverse prospettive alcune rivalità di diversi sport.
Colecchia Christian
“Rivali” è un libro che racconta diverse storie di atleti che si sono distinti particolarmente in determinati sport e che riflette su come la rivalità riesca ad essere un fattore molto importante all’interno delle dinamiche agonistiche. Possiamo considerare, a parer mio, la rivalità come quel motore in grado di spingere gli atleti a superare i loro limiti e a mantenere sempre costante la componente sfidante nelle competizioni. Il libro, infatti, racconta la storia di numerosi campioni, di diversi sport, che hanno avuto a loro volta altri atleti propensi a eguagliare i loro record o addirittura a superarli. In questo libro un racconto che mi ha lasciato, letteralmente, a bocca aperta è stato quello sullo scontro storico tra Maiorca e Mayol, 2 subacquei di calibro mondiale di cui, però, mai avevo sentito parlare. Il primo, ovvero Maiorca, era considerato da tutti la leggenda dell’apnea italiana, nessuno lo riusciva a battere, insomma non aveva eguali. Fino a che un giorno un intrepido apneista francese chiamato Jacques Mayol riuscì a superare il record di Maiorca, portando quest’ultimo all’estremo tentativo di superare i propri limiti. La situazione però si evolse in maniera tragica, con Maiorca che purtroppo perse la vita durante la competizione in quello sport cui aveva dedicato la sua vita. Grazie a questo racconto possiamo riconoscere la rivalità come una “spinta” che porta l’atleta ad essere migliore del proprio rivale, e a volte può essere così forte da indurti a non calcolare bene le proprie capacità e i propri limiti. Questo libro poi non narra un’unica storia ma si articola come un collage di storie di altri grandi professionisti, come ad esempio: Mohammed Alì, famoso pugile statunitense che si ritrova a fronteggiare Joe Frazier; Nadia Comăneci, atleta rumena che vinse il titolo di campionessa del mondo alla giovane età di 14 anni contro Nellie Kim; Lebron James, storico rivale di Micheal Jordan, entrambi grandi cestisti americani; ed infine il mio preferito, Pelé, che viene viene descritto come un eroe coraggioso ed intrepido in competizione con Maradona, atleta gracilino e timido ai suoi esordi. “Rivali” è un libro che consiglio perché si legge agevolmente, le vicende dei diversi protagonisti sono così accattivanti da tenere incollati alla pagina i lettori. Una lettura non solo per gli sportivi di professione ma per tutti coloro che perseguono con tenacia i propri obiettivi, nella loro vita.
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Un libro di raccolta di 10 storie in cui si sono “scontrati “ alcuni dei più famosi protagonisti sportivi della storia. I narratori delle varie storie non trattano del risultato sportivo ma descrivono il contesto socio politico del tempo. Leggere questo libro significa come vivere insieme ai protagonisti ogni tipo di conflitto che può sorgere tra i “più grandi “di una disciplina facendosi alla fine chiedere chi fosse più grande tra Kobe Bryant o Michael Jordan, tra Maradona o Pelè?
Nello sport si ricercano sempre miti da imitare in cui immedesimarsi perché alla fine abbiamo bisogno di domandarci sulle varie discipline chi sia stato il più grande di tutti i tempi. I rivali sono indispensabili perché non sono solo gli antagonisti ma la ragione di stare nelle competizioni . La rivalità è un rapporto che porta i protagonisti della sfida a “superare i propri limiti “. Questo libro a cura della rivista sportiva “ L’Ultimo Uomo” narra le rivalità fra i più grandi sportivi della storia dello sport. Voglio citare solo quello del basket e del tennis. Dario Vismara esperto di Basket NBA ci racconta la leggendaria rivalità fra Michael Jordan e Kobe Bryant. L’ altra è quella tra le due tenniste Billie Jean king e Margaret Smith Court che collego ad esempio a due tennisti più “recenti” quella tra Roger Federer e Rafael Nadal. Mi ricordo quell immagine vista in tv in cui i due atleti si tenevano la mano nel giorno dell addio al tennis di Federer. La competizione sportiva insegna valori importanti come il rispetto , la determinazione e la lealtà,che sono trasferibili nella vita quotidiana. Gareggiare nello sport aiuta le persone a stabilire obiettivi , migliora in ciascuno di noi la capacità di risolvere i problemi e ci obbliga a lavorare su noi stessi , su quelle parti di noi che vorremmo non avere che vorremmo nascondere ma che in una competizione vengono fuori e siamo obbligati a gestire . La rivalità sportiva non divide ma unisce le persone perché attraverso la stessa passione si sconfiggono le barriere culturali. La rivalità sportiva ha un ruolo fondamentale non solo per il singolo atleta ma anche per l’intera squadra perché la competizione contro un avversario comune rafforza il senso di gruppo. La rivalità sportiva serve in primis a chi compete ma anche per chi “la guarda” perché contribuisce alla crescita e alla vitalità dello sport, generando interesse ed emozioni positive. Uno sport senza rivali non è sport ma solo un passatempo di breve durata.
Samuele Maleci
Recensione “Rivali”
“Rivali” è un libro che parla di varie discipline sportive come calcio, formula 1, basket e molti altri. Il libro è a cura dell’ “Ultimo Uomo”.
“Rivali” non racconta i vari sport, ma prende in considerazione due grandi campioni vissuti nello stesso tempo e spiega proprio come la loro rivalità li abbia portati ad impegnarsi per raggiungere i loro obiettivi.
Un libro che per gli amanti dello sport, come me, è perfetto, in quanto riesce a far riflettere l’ossessione che c’è negli atleti per migliorarsi ogni giorno.
Questo è inoltre un libro che coinvolge particolarmente facendo spesso farti fare il tifo per uno dei due grandi atleti, anche se alla fine finirai per essere affascinato da entrambi.
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