Il Bardo e la regina

Il Bardo e la regina

Paola Zannoner

Stratford-upon-Avon, 1585. È una notte scura, carica di nuvole, quella in cui un giovane attore scompare nel nulla alla fine di uno spettacolo. Si sentono ancora gli applausi e le urla del pubblico, quando il ragazzo viene incappucciato e trascinato via da un manipolo di uomini neri come corvi. Si tratta di William Shakespeare. La testa piena di sogni, il cuore pieno di passione, Will ha poco più di vent’anni quando guadagna una notevole fama con le sue commedie, attirando su di sé le attenzioni sbagliate. Quelle di Lord Walsingham, capo delle spie di Sua Maestà Elisabetta I. È proprio Lord Walsingham, con l’aiuto dell’affascinante e misteriosa Lady Anne, ad assoldare Will tra gli informatori della Regina. Will si trova così catapultato nella grande, caotica, multiforme Londra e impiegato nella compagnia teatrale di James Burbage. La sua vera missione, però, non è sul palco: è tra i vicoli bui, nelle taverne affollate. Sarà gli occhi e le orecchie di Elisabetta, un uomo al servizio del regno. Quello che Will ancora non sa è che, da quel momento in poi, il suo destino sarà legato a doppio filo a quello della Regina. Per sempre.
Paola Zannoner vive a Firenze. Esperta di letteratura, è una delle più importanti scrittrici italiane per ragazzi. I suoi libri, tradotti in diversi Paesi, hanno ricevuto numerosi premi, tra i quali il Bancarellino, il premio Cento e il premio Strega per Ragazzi e Ragazze con il titolo L’ultimo faro.

Recensioni

Giulia Basile

RECENSIONE “ IL BARDO E LA REGINA

Il bardo e la regina è un libro che consiglio vivamente. È una storia ben organizzata, che andando avanti gradualmente, spinge il lettore a continuare la storia senza fermarsi. È facilmente possibile immedesimarsi nel racconto come se vivessimo le vicende in prima persona. Ho apprezzato molto l’alternarsi degli episodi, sempre più misteriosi e intriganti, che mi hanno spinto a finire questo libro velocemente. Le vicende narrate offrono anche molte informazioni sull’epoca storica in cui vive il protagonista, raccontando ogni dettaglio nei minimi particolari, con date e fatti storici realmente avvenuti. Facendo notare quali erano i problemi dell’epoca e quali importanti conflitti erano in corso. Sotto questo punto di vista il libro aiuta anche a far appassionare le persone a materie come la storia. Ho trovato il libro affascinante anche per il modo in cui è scritto, fluido ma al contempo stesso davvero particolare, e questo mi ha portato a leggere la storia con più attenzione e interesse anche per i piccoli particolari. La cosa però che mi ha stupito maggiormente sono i personaggi. Tutti così diversi con il proprio carattere, chi molto timido, chi sfacciato, chi insolente o molto educato. Tutti questi caratteri differenti portano a dibattiti, scontri ma anche amori. Vi sono molti personaggi all’interno del libro, i quali chi più chi meno hanno una propria influenza sul protagonista che può essere positiva o negativa, portando a conclusioni importanti. I temi che caratterizzano le vicende sono l’amore, la passione ma anche l’interesse per il teatro e la letteratura principalmente italiana. In questo libro vengono infatti citate opere molto importanti, alcune del protagonista ossia William Shakespeare, il quale si ritrova a fronteggiare situazioni differenti e misteriose che lo porterà a faccia a faccia con la monarchia inglese. Mi sento caldamente di consigliare il libro a tutte le persone amanti del teatro ma anche dei romanzi e delle storie coinvolgenti.


Maya Sali

“Il bardo e la regina” è un romanzo storico, scritto da Paola Zannoner e con protagonista il grande scrittore e drammaturgo William Shakespeare. La storia si apre proprio con Will, ancora un giovane con la testa piena di sogni, che vive umilmente nella sua cittadina natale, Stratford-upon-Avon con la moglie e i tre figli. Subito dall’inizio, la trama prende una piega inaspettata: il giovane, alla fine di uno spettacolo, viene incappucciato e portato via da un manipolo di uomini, che sono stati incaricati dalla regina Elisabetta in persona di convocarlo e assoldarlo nei suoi informatori privati. Da qui, la vita di Will cambierà per sempre: si trasferirà nella grande e caotica Londra, con lo scopo di fare teatro ma allo stesso tempo di essere gli occhi e le orecchie della regina, preoccupata per l’odio della popolazione verso la sua autorità.

La storia spazia ampiamente in un arco di tempo abbastanza grande e compie vari salti temporali durante la narrazione. È scritto in terza persona ma l’autrice si cala completamente nel suo personaggio, con varie riflessioni e pensieri che provengono proprio dalla mente di Will. Spesso, inoltre, sono inseriti brevi brani o estratti dei suoi sonetti e spettacoli teatrali, che riprendono o lo stato d’animo descritto in quel momento o sono semplicemente pezzi tratti dai brani menzionati in quel punto.

Sicuramente ho trovato davvero interessante leggere così da vicino la storia di un immenso personaggio come William Shakespeare, ma è proprio qui che si trova il motivo per cui il romanzo in generale non mi ha convinto al massimo. Ciò che mi ha colpito maggiormente, infatti, è come l’idea di William che si viene a creare nel corso del romanzo non rispecchi nemmeno lontanamente quella che generalmente ci si fa sentendo parlare di Shakespeare o leggendo di lui nei libri di storia. Il Will del romanzo, infatti, ha una mentalità e un carattere che non mi convincono per niente, e fa dei ragionamenti che a mio parere non rispecchiano assolutamente quelli di un poeta e scrittore così ispirato. Io, però, ritengo che un libro che racconta la storia di un personaggio così importante e influente debba mantenere almeno l’essenza della persona e l’idea che ci si fa del suo carattere e dei suoi pensieri.

Nonostante ciò, ho trovato la lettura di per sé davvero interessante, anche perché il linguaggio usato dall’autrice è molto particolare, estremamente descrittivo, profondo, e devo dire anche abbastanza elevato.


Mattia Cacciari

Il Bardo e la Regina mi è piaciuto molto nel suo insieme: le ambientazioni sono molto immersive e ci si sente come se si fosse ai tempi di Shakespeare, è scritto molto bene e ci si ritrova incollati alle pagine del libro, soprattutto verso il finale e il tema trattato è molto interessante (la vita di Shakespeare è da sempre avvolta da una nube di misteri e incertezze). Ho scoperto un approfondimento interessante, dopo aver finito la lettura attraverso qualche ricerca. Secondo alcuni dietro le opere di Shakespeare ci sono altri drammaturghi, come Christopher Marlowe oppure addirittura una donna che scriveva opere in incognito. Il libro parla della gioventù del drammaturgo, approfondendo il suo ruolo di spia ai servizi della regina Elisabetta I Tudor, che regnò tra sedicesimo e diciassettesimo secolo.

Mi ha fatto riflettere molto su tutte le differenze tra la società di un tempo e quella in cui viviamo noi oggi.

All’inizio però, se devo essere sincero, ho fatto un po’ di fatica ad andare avanti, anche se poi proseguendo non mi sono mai pentito di aver scelto di proseguire. Lo consiglierei agli amanti dei romanzi storici e a chi desidera comprendere meglio la società di quei tempi, ma lo sconsiglio a chi cerca un libro di movimentata avventura.


Arianna Baccetti

È il 1585, siamo in un piccolo paesino inglese, Stratford-upon-Avon, quando un ragazzo ventenne viene trascinato via dopo uno spettacolo teatrale. Non tornerà più nel suo paese, lascerà la moglie e i figli, ma diventerà un uomo molto famoso. Arriverà a Londra, troverà lavoro in un teatro e inizierà a scrivere opere teatrali, fino ad arrivare a lavorare per Sua Maestà Elisabetta I. Le sue composizioni diventeranno famosissime in tutto il mondo: parliamo di William Shakespeare.

Questo libro è interessante perché, invece di riassumere gli eventi principali della vita di Shakespeare, apre una finestra lunga dieci anni sulla sua vita e si concentra su di essi. Inoltre quello che ho apprezzato ma che mi ha anche un po’ stupito è che, oltre ai successi di Shakespeare, emergono anche il suo carattere un po’ schivo e agitato, la sua condizione sociale di origine e le sue difficoltà economiche nonostante i successi.

Non posso propriamente dire che questo libro mi sia “piaciuto”. Scorreva un po’ lento: un romanzo storico ben scritto, ma nonostante migliori leggermente nella parte finale non lo definirei “appassionante”. La storia non è poi così male, racconta le varie peripezie e difficoltà che Shakespeare deve affrontare ma che poi saranno l’ispirazione dei suoi più grandi successi: è bello riuscire a capire dove questo grande poeta abbia trovato l’ispirazione, però un libro molto lungo che scorre lento può diventare pesante dopo un po’.  Si parla degli anni che vanno dal 1585 al 1595 e si narra tutto ciò che accade e in qualche modo riguarda Shakespeare in questo lasso di tempo: si hanno una Londra povera e dei teatri in crisi, una Regina anziana e ormai vicina alla fine e dei nobili aristocratici al servizio di Sua Maestà.

Lo consiglierei innanzitutto a coloro a cui piacciono i romanzi storici che narrano le origini di un genio del teatro, però lo sconsiglio a chi cerca una storia appassionante che coinvolge molto. Gli eventi sono interessanti, per cui secondo me è un libro molto adatto a chiunque voglia scoprire di più sulla vita di Shakespeare e sulle sue opere, oltre a comprendere meglio l’ambiente in cui è vissuto, immaginandosi di vivere poco dopo la metà del 1500. Per chi invece vuole un libro più coinvolgente e un po’ meno impegnativo potrebbe risultare un po’ pesante.

Comunque, in conclusione, un libro abbastanza ben scritto e articolato; il fatto che non mi abbia così tanto entusiasmato lo ritengo più un fatto di gusto personale che un dato oggettivo.


Carlo Sedda

Il bardo e la regina è stato scritto da Paola Zannoner.

La trama: ci troviamo precisamente a Stratford Upon Avon nel 1585.è una sera molto oscura, nel corso della serata scomparirà un attore durante uno spettacolo e nessuno si accorgerà di questa sparizione, l’attore verrà incappucciato da delle persone con sembianze di corvi neri. Questo attore si tratterà proprio di William Shakespeare in persona. Egli nel corso del tempo si farà un gran nome per le sue grandi commedie, centrando così su di sè delle attenzioni non proprio desiderate. La trama per me è molto travolgente, si tende sempre ad andare avanti a leggere così da vedere quali saranno i prossimi sviluppi. La cosa che mi ha attirato di più di questo libro è stato lo stile, ossia il fatto che non ci annoia mai e di conseguenza il libro ti prende parecchio. Un altro punto che devo dare all’autrice è stato il fatto che ha descritto bene i vari personaggi, inoltre qualche volta mi sono affermato sui vari dialoghi dei protagonisti. Purtroppo è capitato che il libro sia ripetitivo, forse per il modo in cui spesso vengono menzionati gli interessi di William.


Gabriele Fabbri

“Ma quando comincia?”
Questa era la domanda che mi attanagliava durante la lettura estenuante delle righe interminabili de “il bardo e la regina”. Aspettavo con ansia il momento in cui il libro si sarebbe acceso e di conseguenza avrebbe acceso in me la voglia di continuare a leggerlo. Le aspettative su questo libro erano abbastanza alte sia per la trama sia per il nome dell’autrice che ha vinto il premio Strega, ma come nei più classici degli epiloghi le aspettative non sono state soddisfatte.
La trama non si è mai veramente infiammata, non è mai scattata la scintilla tra me e lei.
La lettura di un libro, infatti, è come una breve storia d’amore, se scatta la scintilla, si prova piacere e al termine, la storia lascerà per sempre un bel ricordo nella mente del soddisfatto lettore. Ecco tra me e il Bardo e la Regina, purtroppo, non c’è stata questa storia di amore tanto voluta e la parola fine tardava irrimediabilmente ad arrivare.
Il Bardo e la Regina non comincia mai: scorre lentamente senza mai accendersi in una storia memorabile.


Francesca Tirinnanzi

Leggere questo libro è stato come vivere il teatro di Shakespeare.La penna di Zannoner si è trasformata in un pennello che,imbevuto di colori,ha saputo dipingere con mano decisa la cupa Londra,la fresca campagna inglese e gli abiti dei personaggi,ma leggera e delicata per sfumare tormenti e passioni:ci ha regalato un dipinto della metà del ‘500 inglese.Ho trovato interessante la contemporaneità dello scritto:quando l’autrice descrive lo scenario di Londra colpita dalla peste, mi è sembrato di sentire parlare della pandemia che ci ha colpito nel 2020;la mente è subito tornata alla scuola totalmente in DAD,il divieto di uscire se non per necessità,alle immagini di carri militari che trasportavano le vittime di questo virus. Ma,soprattutto,ho sentito mio quel senso di oppressione che viene descritto.Mi è piaciuto molto l’inno alla gioventù che Shakespeare pronuncia:“Fidati dei giovani,fidati della loro esperienza”,ed ancora:“…che alla fine i giovani,con la loro spontaneità,andassero dritto al punto,senza bisogno di tanti ragionamenti”.Troppo spesso noi ragazzi veniamo criticati,giudicati superficialmente,ma forse la superficialità,non sta in chi non si sofferma a conoscerci?E poi,come non menzionare il modo delicato con cui l’autrice ci conduce verso la genesi delle opere di Shakespeare?Genesi che vedono il loro inizio nel momento in cui il poeta è tormentato poiché è dal tormento interiore dei grandi autori,che vedono la luce le più grandi opere letterarie.Concludo con la cosa più interessante di questo romanzo:la vera protagonista,Elisabetta.Ed è eccezionale come non compare in tutto il romanzo,solo citata,temuta,beffeggiata,ma mai realmente presente.E’ lei,la regista,il grande occhio,quella che tiene i fili delle marionette quella che regna su tutto. Ed eccola infine, negli ultimi capitoli,una donna che conosciamo bene storicamente,forse definibile come la regina delle regine.Ed era facile non comprenderla ed odiarla,ma Shakespeare trova la chiave per leggere il suo animo e regalarle parole giuste che toccano il suo cuore ossidato da una vita povera di affetti.Il mio giudizio su questo libro non può che essere positivo.Termino scusandomi con l’autrice se ho travisato i suoi pensieri,e voglio farlo lasciando infine le parole di Puck:“Signori,non ci sgridate,se scusate,dimenticate”.


Matilde Lozzi

Posso dire che questo libro abbia catturato la mia attenzione fin da quando ho letto la trama. Io sono una grande amante dei libri di mistero e di intrighi… il mio genere preferito è infatti il giallo… casi da risolvere, enigmi. È un mondo che mi affascina sempre tantissimo. Questo libro ne è un bell’esempio. Il mistero è presente fin da subito, c’è una scomparsa, un rapimento, un lavoro segreto. Trovo che la scelta dei personaggi e dell’ambientazione sia geniale. Mi è piaciuto molto il fatto che si sia svolto tutto in un contesto diciamo regale ma anche artistico e attraverso questo libro ho potuto anche conoscere qualcosa in più su come fosse Londra in quel periodo. Proprio perché mi ha attirata fin da subito avevo delle aspettative abbastanza alte e sono contenta di dire che non le ha affatto deluse. Penso sia un ottimo libro per chi ama appunto il mistero e voglia comunque leggere qualcosa di nuovo e diverso dato che si svolge tutto in un mondo abbastanza lontano dalla nostra vita quotidiana e che non si trova spesso nei libri… soprattutto in quelli di questo genere. Mi ha tenuta incollata alle pagine fino alla fine, ero molto curiosa di come andasse a finire la storia, di cosa succedesse poi… ho adorato il fatto che questo libro mischi comunque una parte storica con una di mistero.


Jacopo Salani

All’inizio il libro mi aveva preso poco ed è stato così fino a quando Shakespeare non ha iniziato a scrivere Enrico IV con Marlowe, perché da quel punto questo personaggio è stato approfondito e ciò ha portato alla scoperta di alcuni dettagli in più riguardo alla trama relativa allo spionaggio. Successivamente ho alternato parti in cui il libro mi piaceva molto e scorreva facilmente come ad esempio il soggiorno alla villa del conte di Southampton ad altre dove invece mi prendeva un po’ meno, un esempio è la storia d’amore con Helen. Meravigliose invece le interazioni e i dialoghi tra Lady Anne e William e mi è particolarmente piaciuto il finale, poiché finalmente ci viene presentata la regina, che devo ammettere pensavo sarebbe stata più presente fisicamente, e si scopre l’importante ruolo che ha giocato, nel libro, per la carriera di Shakespeare, ovvero l’invio degli spunti per le varie opere.

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